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carnevale antirazzista liberato

carnevale antirazzista 2014

comunicato detenuti CIE ponte galeria (roma)

Comunicato di un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria (Roma)

A tutte le persone che vivono in questo paese
A tutti coloro che credono ai giornali e alla televisione
Qui dentro ci danno da mangiare il cibo scaduto, le celle dove dormiamo
hanno materassi vecchi e quindi scegliamo di dormire per terra, tanti
tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano. La
carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi fa le
pulizie non fa nulla e lascia sporchi i posti dove ci costrigono a
vivere. Il fiume vicino il parcheggio qui fuori è pieno di rane e
zanzare che danno molto fastidio tutto il giorno, ci promettono di
risolvere questo problema ma continua ogni giorno. Ci sono detenuti che
vengono dai CIE e anche dal carcere che sono stati abituati a prendere
la loro terapia ma qui ci danno sonniferi e tranquillanti per farci
dormire tutto il giorno. Quando chiediamo di andare in infermeria
perchè stiamo male, l’Auxilium ci costringe ad aspettare e se
insistiamo una banda di 8-9 poliziotti ci chiude in una stanza con le
manette, s’infilano i guanti per non lasciare traccia e ci picchiano
forte. Per fare la barba devi fare una domandina e devi aspettare, 1
giorno a settimana la barba e 1 i capelli. Non possiamo avere la
lametta. Ci chiamano ospiti ma siamo detenuti. Quello che ci domandiamo
è perchè dopo il carcere dobbiamo andare in questi centri e dopo che
abbiamo scontato una pena dobbiamo stare 6 mesi in questi posti senza
capire il perchè. Non ci hanno identificato in carcere? Perchè un’altra
condanna di 6 mesi? Tutti noi non siamo daccordo per questa legge, 6
mesi sono tanti e non siamo mica animali per questo hanno fatto lo
sciopero della fame tutti quelli che stanno dentro il centro e allora,
la sera del 3 giugno, è cominciata così:ci hanno detto: "se non mangi
non prendi terapie" ma qui ci sono persone con malattie gravi come il
diabete e se non mangiano e si curano muoiono. Uno di noi è andato a
parlare con loro e l’hanno portato dentro una stanza davanti
l’infermeria dove non ci sono telecamere e l’hanno picchiato. Così la
gente ha iniziato ad urlare di lasciarlo stare. In quel momento sono
entrati quasi 50 poliziotti con il loro materiale e con un oggetto
elettrico che quando tocca la gente, la gente cade per terra. Le
guardie si sono tutte spostate sopra il tetto vicino la caserma dei
carabinieri qui dentro, dove sta il campo da calcio. Dalla parte
sinistra sono entrati altri 50 poliziotti. Quando abbiamo visto
poliziotti, militari, carabinieri, polizia, finanza e squadra mobile
ufficio stranieri (che sono i più infami) sui tetti, uno di noi ha
cercato di capire perchè stavano picchiando il ragazzo nella stanza.
«Vattene via sporco negro» un poliziotto ha risposto così. In quel
momento siamo saliti tutti sopra le sbarre e qualcuno ha bruciato un
materasso e quindi i poliziotti si sono spavenati e sono andati fuori
le mura per prendere qualcuno che scappava. Da quella notte non ci
hanno fatto mangiare nè prendere medicine per due giorni.Abbiamo preso
un rubinetto vecchio e abbiamo spaccato la porta per uscire e quando la
polizia ha visto che la porta era aperta hanno preso caschi e
manganelli e ha picchiato il più giovane del centro, uno egiziano.
L’hanno fatto cadere per terra e ci hanno picchiati tutti anche con il
gas, hanno rotto la gamba di un algerino e hanno portato via un vecchio
che la sua famiglia e i sui figli sono cresciuti qui a Roma, hanno
lanciato lacrimogeni e hanno detto che noi abbiamo fatto quel fumo per
non far vedere niente alle telecamere. Così hanno scritto sui giornali.
Eravamo 25 persone e alcune uscivano dalla moschea lontano dal casino,
mai giornali sabato hanno scritto che era stato organizzato tutto
dentro la moschea e ora vogliono chiuderla. La moschea non si può
chiudere perchè altrimenti succederebbe un altro casino. Veniamo da
paesi poveri, paesi dove c’è la guerra e ad alcuni di noi hanno
ammazzato le famiglie davanti gli occhi. Alcuni sono scappati per
vedere il mondo e dimenticare tutto e hanno visto solo sbarre e
cancelli. Vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie solo che la
legge è un po’ dura e ci portano dentro questi centri. Quando arriviamo
per la prima volta non abbiamo neanche idea di come èl’Europa. Alcuni
di noi dal mare sono stati portati direttamente qui e non hanno mai
visto l’Italia. La peggiore cosa è uscire dal carcere e finire nei
centri per altri 6 mesi. Non siamo venuti per creare problemi, soltanto
per lavorare e avere una vita diversa, perchè non possiamo avere una
vita come tutti? Senza soldi non possiamo vivere e non abbiamo studiato
perchè la povertà è il primo grande problema. Ci sono persone che hanno
paura delle pene e dei problemi nel proprio paese. Per questi motivi
veniamo in Europa. La legge che hanno fatto non è giusta perchè sono
queste cose che ti fanno odiare veramente l’Italia. Se uno non ha mai
fatto la galera nel paese suo, ha fatto la galera qua in Italia.
Vogliamo mettere apposto la nostra vita e aiutare le famiglie che ci
aspettano. Speriamo che potete capire queste cose che sono veramente
una vergogna.

Un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria

in primis

appello lido

APPELLO DEL TEATRO DEL LIDO DI OSTIA

ASSEMBLEA CITTADINA

18 GIUGNO 2010 ORE 17.30
NON C’E’ FUTURO SENZA CULTURA
(Via delle Sirene, 22 – Ostia)

Viviamo
un momento storico difficile, dove la crisi economica continua a farsi
sentire e non sembra darci buoni segnali. Le immagini della Grecia sono
emblematiche. In tutta risposta, Il nostro governo decide di far cadere
i nuovi tagli sul mondo della cultura, dopo aver colpito ricerca e
istruzione. L’urgenza di questa manovra finanziaria del ministro
Tremonti, tradisce quel senso di tranquillità che ci vogliono
raccontare.

Sono previsti infatti il taglio dei fondi
statali a 232 istituti culturali, tutti importanti, molti di fama
internazionale, praticamente tutti legati per la loro sopravvivenza
alle sovvenzioni statali: L’Eti, la Triennale di Milano e la
Quadriennale di Roma, l’associazione musicale Giovanile (Agimus) e il
museo Poldi Pezzoli. Le fondazione Arena di Verona e festival dei Due
mondi di Spoleto, il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, le
fondazioni Gioacchino Rossini di Pesaro, Giorgio Cini di Venezia e
l’Istituto Gramsci di Roma. Ma anche la fondazione Lirico-sinfonica
Petruzzelli e Teatri di Bari e il Gabinetto Vieusseux di Firenze. E
questi sono soltanto alcuni esempi. Si parla di diverse migliaia di
artisti/lavoratori sforbiciati dal governo Berlusconi.

In un
quadro dove il mondo del teatro, del cinema, della danza e dell’arte,
già vivevano una difficoltà per la mancanza di spazi e di fondi per
poter sopravvivere, questo si configura come un colpo di grazia al
mondo della cultura. I tagli al FUS erano soltanto il preludio ad una
riduzione d’investimenti pubblici più generale.

Il Teatro del
Lido, nella periferia di Ostia, è un altro esempio di questo attacco
forte alla cultura. Un teatro, che dopo cinque anni di programmazione
pubblico-partecipata, è stato chiuso dalla giunta Alemanno e che adesso
vive soltanto grazie alla riapertura effettuata da un comitato formato
da ex lavoratori, operatori culturali, giovani compagnie teatrali e
semplici cittadini. Ormai sono tre mesi di occupazione con una
foltissima programmazione straordinaria. Uno spazio che vive perchè
sorretto dalla volonta comune di non perdere un luogo di aggregazione.
Un teatro che resiste nell’idea che la crisi non può essere pagata dal
mondo dell’arte.

E’ arrivato il momento di unire le nostre
vertenze e mobilitarci insieme per difenderci dai tagli che stanno
facendo al mondo della cultura.

Emblematiche sono le frasi
del Regista Monicelli: "Succederà che questo schermo rimarrà nero,
senza immagini, senza parole. Succederà che i lavoratori di domani di
cinema e televisione non avranno un futuro. Perché si sta tagliando il
loro presente. Perché si stanno negando i loro diritti di studenti".
Una frase che sentiamo valida non solo per il piccolo e il grande
schermo ma anche per tutto il resto del mondo dello spettacolo.
Colpiscono il presente e distruggono il futuro delle nuove generazioni.

In
tutta risposta, il 18 Giugno convochiamo un assemblea generale per
iniziare a discutere e confrontarci sul futuro del mondo della cultura.
Iniziamo a costruire insieme una forte mobilitazione per difendere il
nostro diritto ad esistere. Difendiamo l’idea della cultura come bene
comune da rinnovare e preservare.

Difendiamoci dai tagli e dalla dismissione degli
spazi teatrali. Difendiamoci dalla distruzione dei luoghi di produzione
artistica.

 CONTRO TAGLI E CHIUSURA DI SPAZI: NON C’E’ FUTURO SENZA CULTURA


Comitato "Riapriamo il Teatro del Lido"

volturnée giugno

free gaza – free palestine

VENERDI’ 4 GIUGNO – GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE
A FIANCO DELLA FREEDOM FLOTILLA
SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO I CRIMINI ISRAELIANI

All’alba del 31 maggio la Marina militare israeliana ha attaccato in
acque internazionali le navi della Freedom Flotilla che, con 10.000
tonnellate di aiuti umanitari e circa 700 attivisti internazionali a
bordo, si dirigevano verso le coste di Gaza. L’assalto ha provocato una
strage tra gli internazionali, decine di feriti e il sequestro degli
attivisti; a diverse ore dall’attacco non si hanno ancora notizie sulle
loro condizioni, se non che sono ancora rinchiusi nelle prigioni
israeliane del deserto del Neghev.

Con l’arrembaggio delle navi della Freedom Flotilla, cariche di
civili, armati unicamente della loro solidarietà alla popolazione
palestinese di Gaza da tre anni sotto embargo, Israele ha compiuto un
vero e proprio atto di pirateria e di palese violazione del diritto
internazionale. Come durante l’operazione Piombo Fuso, che a cavallo
tra il 2008 e il 2009 ha provocato l’uccisione di oltre 1.400
palestinesi di Gaza e il ferimento di oltre 5.000, lo Stato di Israele
continua a ritenersi sollevato da ogni regola del diritto
internazionale, fino a compiere atti di terrorismo di Stato come quello
che ha violentemente bloccato le imbarcazioni della Freedom Flotilla.

Nel nostro paese, come in tutto il mondo, tante manifestazioni hanno
espresso una determinata protesta contro l’arroganza e la violenza
militare israeliana e contro l’atteggiamento di una comunità
internazionale che continua a rendersi complice garantendo l’impunità
ai crimini di un paese ancora una volta immune da atti concreti di
condanna delle sue politiche. Continueremo a scendere in piazza e
invitiamo alla mobilitazione in tutte le città italiane finché tutti
gli attivisti internazionali sequestrati da Israele non saranno
liberati.

VENERDI’ 4 GIUGNO GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

ROMA – ORE 17,00 IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

CORTEO FINO A PIAZZA DEL POPOLO PER CHIEDERE:

– L’IMMEDIATO RILASCIO DEGLI ATTIVISTI INTERNAZIONALI DELLA FREEDOM FLOTILLA SEQUESTRATI NELLE CARCERI ISRAELIANE

– L’IMMEDIATA INTERRUZIONE DEGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE FRA ITALIA E ISRAELE

– BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTO E SANZIONI CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA ISRAELIANA

– LA FINE DEL BLOCCO DI GAZA

Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese

mobilitazione contro i cie

Appello cittadino contro lo sgombero del Vittorio Occupato

 

Appello cittadino contro lo sgombero del Vittorio Occupato

I NOSTRI DIRITTI NON SI PIEGHERANNO AI VOSTRI MANGANELLI,
LE LOTTE SOCIALI NON SI SGOMBERANO.

Dopo le famiglie dell’Idroscalo, arriva lo sgombero del collettivo
L’Officina dalla chiesetta dell’ex colonia Vittorio Emanuele. Un
enorme spiegamento di agenti in tenuta antisommossa, ha nuovamente
occupato le strade di Ostia, trasformando il territorio in una caserma
a cielo aperto. Un vero e proprio "stato di assedio" ha invaso il
lungomare, per assegnare lo spazio alla comunità di S.Egidio.

La giunta Alemanno continua la stagione degli sgomberi,
momentaneamente sospesa per le elezioni regionali, iniziando da uno
spazio di socialità e di aggregazione giovanile, punto di riferimento
per il litorale romano. Una stagione di repressione che non sembra sia
destinata a finire.

Stanno uccidendo Roma e hanno inziato a colpirla dal suo litorale,
sempre di più destinato a rappresentare il luna park estivo della
capitale: attrezzato di porto turitisto, isolette artificiali e
casinò, secondo i progetti della giunta comunale . Ma dietro la
riqualificazione, si nasconde la cancellazione di un tessuto sociale
presente sul territorio che ha bisogno di risposte a fronte di una
crisi fatta di disoccupazione, precarietà ed emergenza abitativa. .

In un contesto generale di attacco ai movimenti per il diritto
all’abitare e agli spazi sociali e a tutte quelle realtà che provano a
dare una risposta ai problemi dell’esistente, crediamo sia importante
rilanciare un percorso di confronto cittadino sulla difesa dei diritti
e degli spazi di agibilità politica dei movimenti.
Invitiamo tutte le realtà romane ad una assemblea cittadina per
cotruire una mobilitazione forte ed unitaria contro l’ondata
repressiva di sgomberi che sta avvenendo in città

Invitiamo tutti e tutte a costruire insieme la manifestazione di
Domenica 23 Maggio, per dare una risposta all’sgombero dell’ex
chiesetta di Ostia.

ASSEMBLEA CITTADINA – GIOVEDI 20 MAGGIO ORE 19.00 VOLTURNO OCCUPATO

"STOP KILLING OSTIA"

MANIFESTAZIONE OSTIA – DOMENICA 23 MAGGIO ORE 14.30 P.ZZA ANCO MARZIO

Prime adesioni: Collettivo L’Officina, Comitato "Riapriamo il Teatro del Lido".

per adesioni: officina.ostia@autistici.org

no cie

A tutti e a tutte:

diffondete e partecipate! (nella nostra città c’è un lager!)

No borders week

SETTIMANA DI MOBILITAZIONE CITTADINA CONTRO I
CIE 

Dal
21 al 29 di Maggio ci saranno per le strade di Roma diverse espressioni
di protesta contro i CIE: presidi,
manifestazioni, proiezioni, concerti, azioni….
La
volontà è quella di portare a conoscenza della città le proteste e
le lotte dei e delle migranti recluse nei CIE, che da mesi si
stanno succedendo sempre con più intensità. La loro resistenza ci
incoraggia e ci spinge nella nostra mobilitazione.
Le
rivolte si sono sempre succedute, fin dalla creazione dei CPT,
oggi CIE, ad opera di un governo di centrosinistra. Oggi, con
l’approvazione
del Pacchetto Sicurezza e il conseguente aumento della detenzione da 2 a 6 mesi, le
rivolte e gli episodi di autolesionismo sono aumentati.
L’esistenza di questi lager della democrazia è perfettamente funzionale al sistema capitalista, che vede le persone come merce
e i migranti in
particolare come manodopera da sfruttare o rifiutare secondo le esigenze del mercato di produzione e di lavoro.
L’Europa
Unita, ormai divenuta fortezza, si sostenta su queste leggi securitarie
che giustificano la detenzione e l’espulsione di tutti coloro a cui non
è stato concesso lo status di cittadino. Questa fortezza può reggere
non solo per le leggi razziste, ma anche grazie alla paura
e all’atomizzazione che impone questo sistema sociale, un sistema che
ci vuole divisi tra buoni e cattivi cittadini, lavoratori e studenti,
comunitari
ed extracomunitari, fomentando l’isolamento. 
I
mezzi di informazione di massa creano l’allarmismo necessario e
il falso consenso per far sì che sia possibile imporci la loro
sicurezza: più carceri variegate e per più tempo e più polizia e
militari per le strade.
Per
contrastare questa società del controllo e queste
istituzioni repressive e razziste, lanciamo una settimana di
mobilitazione per la chiusura dei CIE dal 21 al 29 Maggio, nella quale ognuna e ognuno, individualmente o collettivamente, si possa esprimere nel modo che considera più opportuno.
La
settimana verrà attraversata da un assedio sonoro davanti
al Ministero degli Interni e si concluderà con un Presidio sotto il CIE
di Ponte Galeria, per portare la nostra lotta sotto quelle infami mura
e per far sentire ai e alle reclus* che non sono soli nella loro
resistenza!
 
Per la chiusura di tutti i Cie e per dare forza e essere solidali con le lotte dei migranti!

 
27 maggio ore 16 : Assedio sonoro a piazzale Esquilino, davanti al Ministero degli  Interni


29
Maggio dalle h. 15.00 alle h.19.00
: Presidio di solidarietà con i reclusi e le recluse davanti al CIE di
Ponte Galeria ( appuntamento ore 14 alla Stazione Ostiense per partire tutti insieme)

NELLA TUA CITTA’ C’E’ UN LAGER …. 
CHIUDIAMO IL CIE DI PONTE GALERIA, CHIUDIAMO TUTTI I CIE!!!!

policlinico

A.A.A. FORTISSIMA
EMERGENZA ABITATIVA

SINDACO ALEMANNO CERCASI

I movimenti per il
diritto all’abitare sgomberati, rioccupano immediatamente.

I movimenti per il
diritto all’abitare dopo aver subito lo sgombero in piazza
maresciallo Diaz nello stabile di proprietà Inarcassa occupato
nel primo pomeriggio  di venerdì da 120 nuclei familiari, la maggior parte
provenienti dall’ex scuola Tommaso Grossi, non si sono spaventati.
Dopo l’intervento delle forze dell’ordine avvenuto intorno alle
ore 18.30, gli attivisti e le attiviste del Coordinamento Cittadino
di Lotta per la Casa e dei Blocchi Precari Metropolitani insieme ai
nuclei sgomberati hanno deciso di terminare la giornata con un tetto
sulla testa.

Di fronte all’arroganza
di chi continua a tenere edifici vuoti, nonostante la forte emergenza
abitativa di questa città, i movimenti riprendono possesso
dello stabile in via del Policlinico lasciato nel dicembre scorso.
L’edificio di proprietà di un Fondo legato alla BNP Paribas
era ancora vuoto e con porte finestre del primo piano murate. Questo
significa che l’importante è impedire che lo spazio venga
occupato e non il suo utilizzo. Dopo quattro mesi di tendopoli ed
iniziative e due sgomberi sulle spalle, torniamo nel luogo da dove
siamo partiti: segnale inequivocabile della latitanza delle
amministrazioni locali, sindaco Alemanno in testa, che hanno avuto
tutto il tempo e le occasioni per dare una risposta reale ai nuclei
familiari in emergenza. Ora, dopo aver tentato tutte la altre strade
immaginabili, senza nessuna alternativa, siamo di nuovo qui e non
intendiamo andare via.

L’incontro con
l’assessore regionale alla casa Teodoro Buontempo, fissato per
mercoledì 5 maggio alle ore 16.30, sarà utile per
rappresentare alla nuova maggioranza ed alla neo presidente della
Regione Lazio Renata Polverini il nostro punto di vista.

Nel frattempo, con un’
amministrazione paralizzata di fronte alla crescente precarietà
ed emergenza abitativa, che continua a disinteressarsi delegando al
Prefetto l’apertura di un confronto con gli enti che dismettono il
loro patrimonio ed aumentano in maniera esponenziale gli affitti, che
a metà mandato è stata in grado di consegnare solo
poche centinaia di alloggi popolari, nessuna presunta motivazione di
ordine pubblico, nessuno “ spot sulla legalità” potrà
giustificare ulteriori tentativi di sgombero.

Ancora una volta le
argomentazioni prodotte per motivare l’intervento di polizia in
largo Maresciallo Diaz non hanno convinto nessuno. Mentre un
potentato come l’Inarcassa che sta taglieggiando gli inquilini con
esosi aumenti d’affitto può permettersi di tenere uno
stabile vuoto, la legalità è piombata a confermare la
profonda ingiustizia di una città governata dai poteri forti
del mattone e della speculazione.

Nel frattempo chiamiamo
la città democratica, tutte le persone che pagano sulla
propria pelle il prezzo della crisi e non vedono riconosciuti i
propri diritti, a difendere con noi l’occupazione di via del
Policlinico.