carnevale antirazzista liberato

carnevale antirazzista 2014

festa di primavera

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IV CARNEVALE ANTIRAZZISTA DELL’XI MUNICIPIO

carnevale-2013

4° CARNEVALE ANTIRAZZISTA
-LA STORIA-

Un nuovo splendido anno è appena iniziato…
La terra vive nello splendore da ormai molto tempo.. quel mondo tanto sognato, in cui l’acqua scorre ovunque, tutto è ricoperto da prati, boschi, monti e mari azzurri, quel mondo dove il cielo è limpido e la gente vive del proprio lavoro in pace con gli altri, sembra essere diventato realtà da quando i due popoli, quello delle terre del sud e quello delle terre del nord, hanno ripopolato la terra e facendola rifiorire dopo la sconfitta degli uomini grigi.
Entrambe le popolazioni hanno ripreso a vivere in serenità e prosperità nei propri luoghi d origine:
il popolo delle terre del sud è tornato ad abitare il suo bellissimo deserto, con oasi verdi, piante e fiori ma soprattutto ha fatto rinascere il meraviglioso Grande Albero dei fiori di Rajadal, il frutto segreto della loro forza da cui si ricava il gustosissimo succo di Rajadal. Il clima non gli è più ostile, hanno acqua e cibo in grandi quantità e tutti si danno una mano gli uni con gli altri per far sì che la bellissima vita della comunità continui.
Anche il popolo delle montagne del nord è di nuovo felice di rivivere in quei boschi, pieni di laghi e di fiumi, dove l’acqua scorre rigogliosa e tutti possono goderne e dove le montagne sono popolate di nuovo dagli animali che giocano felici in mezzo alla natura;possono di nuovo godersi il grande spettacolo naturale del sole che va a dormire dietro le montagne illuminando e riflettendo la sua splendida luce sui ghiacciai che si tingono di rosa…ma soprattutto il bosco è tornato ad essere fitto e pieno di vita, e la Grande Pietra Magica del Nord è tornata a riprodurre sulle sue pareti il fiore Namir, un fiore a forma di stella dal cui polline si ricava il miele Namir che spalmato sul pan di via dona loro grande resistenza nel cammino.
Insomma, un grande sogno.
E invece è la realtà! I due popoli si sono dati molto da fare e lavorando giorno e notte hanno ridato vita alla terra rendendo la minaccia degli uomini grigi, colpevoli della distruzione del pianeta, soltanto un lontano, lontanissimo ricordo.
E a proposito di ricordi la cosa più bella è che finalmente, essendo tornati nei loro luoghi di origine, gli anziani hanno ricominciato a raccontare storie e leggende che vivono in quei luoghi; le genti della terra hanno di nuovo dei ricordi, delle memorie che possono tramandarsi intorno ad un fuoco, sulla strada, in un baretto di periferia o seduti nei grandi posti magici dei loro paesi.
Spesso camminando per le stradine della loro terra può capitare di udire la voce di un vecchio saggio che parla con un vecchio saggio che fa segni di intesa con un altro vecchio saggio…insomma un raduno di vecchi saggi che ricordano le loro avventure: “vi ricordate quando quei brutti ceffi degli uomini grigi ci avevano rubato l’acqua…siamo andati fino al centro della terra e patapunf li abbiamo cacciati via unendoci all’altro popolo”…. “si mi ricordo…che tempi…pensavano di fregarci quei farabutti…chi sa che fine hanno fatto?”…. “come?li abbiamo cacciati per sempre no?…” “e se qualcuno di loro avesse avuto la malsana idea di riavvicinarsi alle bellezze della terra rimettendo in piedi un piccolo esercito grigio e addestrandolo nell’oscurità per minacciare di nuovo il nostro pianeta?”
“ma che andate fantasticando vecchietti…” li interrompe un giovane che passa di là ritrovandosi ad ascoltare i loro discorsi “gli uomini grigi sono stati sconfitti tanti anni fa e non sono più una minaccia per noi…anzi andiamo dobbiamo aiutare gli altri per il grande giorno…su su basta con le fantasie…andiamo a festeggiare”

E infatti il grande giorno cui i popoli si stavano preparando, era la festa che ogni anno fanno al centro della terra in ricordo del giorno in cui ripopolarono il loro pianeta, inoltre è lo stesso posto dove si conobbero per la prima volta ed è ormai tradizione intraprendere ogni anno un grande cammino per arrivare fin lì e festeggiare tutti insieme portando doni all’altro popolo.
La notte prima della tanto attesa partenza uno strano sogno fece visita agli abitanti dei due popoli: un enorme dragone verde tutto piumato che danzava leggiadro, magicamente sospeso in mezzo a nuvole verdi e ogni passo in più che faceva le nuvole sotto ai suoi piedi svanivano…puf…puf…e lui si sentiva sempre più stanco…e diventava inspiegabilmente più vecchio, come fosse ferito…fino a quando non scomparve del tutto con l’ultima nuvoletta verde.. puf !
Al risveglio tutti gli abitanti, dal bimbo piccolo al più anziano di ciascun popolo, raccontarono di aver sognato uno strano dragone verde e si riversarono nelle strade per cercare di capire tutti insieme chi fosse quel drago e cosa volesse da loro..
I due popoli, nelle loro rispettive terre, continuarono ad interrogarsi a lungo sul significato di quel sogno…i vecchi saggi sostenevano che quel magico animale forse poteva essere una guida di un altro popolo…ma nessuno gli dava ascolto perché li ritenevano noiosi e rompiscatole, sempre in preda alle loro fantasie…alcuni sostenevano che fosse un drago cattivo e pericoloso che avrebbe potuto minacciare i due popoli e che quindi andava sconfitto; ma altri controbattevano che danzava in maniera troppo magica e leggiadra per rappresentare un pericolo…
ma ecco la voce dei politicanti farsi largo in mezzo al popolo delle montagne del nord: “amici..amiche…cosa andate dicendo?…è chiaro il messaggio che il drago verde piumato ci ha voluto mandare!oggi è il grande giorno in cui ogni anno ci incontriamo con il popolo amico al centro della terra!dobbiamo andare e fonderci con loro e diventare un unico popolo con un unico grande drago verde piumato come guida…perché tutti abbiamo imparato a scuola che la fusione del giallo e del blu genera il colore verde…e allora senza esitazione andiamo ad avvertire il Serpente Piumato e partiamo verso il centro della terra per la grande fusione!” ed esattamente dall’altra parte della terra un politicante del popolo del sud convinse il popolo giallo con la stessa tesi e anche loro cominciarono a prepararsi per raggiungere il Drago Giallo e partire..

Eccoci..ci siamo…tutti pronti..via…il popolo delle montagne si incammina verso il fitto bosco dove si trova la Grande Pietra Magica del Nord e intorno alla quale riposa il Serpente Piumato e durante il cammino intonano l’antico canto che composero con l’altro popolo per suggellare il loro primo incontro e che gli anziani hanno tramandato ai giovani:

tumba tumba tumba tumba tumba tumba tumba
tumba tumba tumba tumba tumba tumba tumba
piripopiripiripopiripiripo
lalala lalala lalala la

Giunti sotto la Grande Pietra Magica del Nord si rivolgono al Serpente Piumato e gli dicono: “Andiamo amico…dobbiamo arrivare come ogni anno al centro della terra per incontrarci con il popolo del sud ma questa volta dovrai fonderti con il loro Drago Giallo così diventeremo un unico popolo…così è scritto nel destino”; il Serpente con lo sguardo di chi la sa lunga dice sorridendo: “mmm…va bene…andiamo…ma prima di partire raccogliete i fiori Namir dalle pareti della Grande Pietra da portare in dono ai nostri amici…e andiamo…vi guiderò”

Nel frattempo il popolo del sud, intonando anche loro l’antico canto tumba tumba, si recò sotto il Grande albero di fiori di Rajadal dove incontrò il loro amico Drago Giallo e anche a lui venne detto: “Andiamo..andiamo…al centro della terra incontreremo il popolo delle montagne del nord e tu dovrai fonderti con il Serpente Piumato così avremo un unico Drago verde piumato…saremo tutti la stessa cosa…dai andiamo” e il Drago rispose: “che cosa?dovrei fondermi con il mio amico Serpente per che cosa???…mmmm…vabbè…andiamo…ma non dimentichiamoci di portare i fiori di Rajadal ai nostri amici del nord…forza raccogliamoli e partiamo!” e rise sotto i suoi lunghi baffi da drago.
E così i due popoli raccolsero tanti fiori, forti dell’idea che avrebbero dovuto fonderli con quelli dell’altro popolo; ogni tanto qualche saggio provava a dire: “ma se fondiamo i nostri fiori poi non esisteranno più…invece è bello che esistano due varietà di fiore così da poterle donare a qualcuno, può essere bello unirle, condividerle…ma vi prego non le fondiamo…” “zitto vecchio!!” li ammoniva qualche politicante “non hai visto anche tu nel sogno quello che abbiamo visto noi??e allora andiamo…proseguiamo verso il centro della terra”.

Camminando camminando finalmente arrivarono al centro della terra, ma lì una strana sorpresa li attendeva. sgranarono gli occhi, qualcuno pulì i grossi occhiali, altri aguzzarono la vista…
ma?
è proprio lui?
lo vedete tutti?

Al centro della terra c’era un enorme Drago verde piumato, immobile, immerso in un grande fumo verde!
“E’ lui!E’ lui!”iniziarono a gridare gli abitanti dei due popoli “E’ il Drago del sogno!ma allora se già esiste chi è realmente?”. La confusione era alle stelle…nessuno era più in grado di fare ragionamenti o ipotesi…solo domande cui nessuno sapeva rispondere; così il Drago giallo e il Serpente Piumato si avvicinarono al Drago verde piumato accogliendolo calorosamente perchè loro, in realtà, sapevano già che al loro arrivo lo avrebbero trovato lì…avevano lasciato che gli uomini dei due popoli capissero da soli di aver sbagliato ad interpretare il sogno seguendo l’idea di pochi, facili oratori.
Fecero una breve danza tradizionale, tipica di quando le grandi guide dei popoli si incontrano dopo molti anni o di quando si accoglie una nuova guida tra di loro, che consiste nel girarsi intorno intrecciando le proprie traiettorie per tre volte.
Ed ecco che il Drago verde piumato prese parola con voce tonante, e rivolgendosi ai due popoli, disse:
“Cari amici e amiche del popolo del sud e del nord ben arrivati!Siete giunti fin qui con l’idea di dovervi fondere con un altro popolo e diventare una cosa sola ma non è così!la bellezza e la forza di ogni popolo sta nel fatto che ognuno ha le sue caratteristiche, le sue tradizioni, la sua memoria storica ed è importante incontrarsi per condividerle e fare festa insieme.. io non sono il frutto della vostra fusione ma sono la guida di un altro popolo: il popolo verde che vive nelle terre dell’est e si dedica per lo più alla cura della terra e della natura. Vi sono apparso in sogno stanco e dolorante perché il nostro popolo è stato colpito dagli uomini grigi. Ricordate? Hanno catturato i miei amici umani e li hanno rinchiusi nella terribile macchina succhia colore che toglie loro energia, allegria e poco a poco persino il verde…non resisteranno a lungo perché stanno perdendo sempre più forze e colore; li stanno trasformando in uomini grigi!Quindi vi chiedo, amici, di unire le vostra danze di lotta e di andare tutti insieme a salvare il popolo verde sconfiggendo una volta per tutte gli uomini grigi…lo farete?”
“Siiiiiiiiiiiii….”urlarono i popoli del nord e del sud “lo faremo!” e non avendo dubbi che la loro priorità fosse salvare i nuovi amici si unirono in un unico grande fiume colorato di persone danzanti che suonavano e cantavano e si incamminarono alla volta delle terre del popolo verde. Durante il cammino erano tutti felici di essere lì di nuovo insieme e si raccontavano le storie dei loro paesi, si scambiavano regali, sorseggiavano insieme il gustosissimo succo di Rajadal, si dividevano il pan di via e lo mangiavano con il miele di fiori Namir; tutto questo in mezzo a canti,musiche e danze che durante la strada accompagnavano il viaggio.
Più si avvicinavano alle terre dell’est più il paesaggio si faceva arido, grigio, senza colore…i prati intorno a loro non avevano erba verde ma solo terra secca, gli alberi che un tempo abbondavano di frutti erano ormai dei tronchi malati senza vita e gli animali erano tutti scappati lontano da quando l’acqua del fiume era stata sostituita da un puzzolente liquido grigio che corrodeva tutto ciò che incontrava.
Ad un tratto ecco comparire davanti ai loro occhi la grande macchina succhia colore che opprimeva gli abitanti dell’est: un insieme orripilante di ferro e ruggine che traboccava di liquido grigio e dal quale fuoriusciva un fumo così denso che non si riusciva a respirare. Era un grosso macchinario dotato di un lungo tubo collegato ad una teca, anch’essa tutta nera e melmosa, sotto la quale erano prigionieri gli abitanti del popolo verde. Attraverso questo tubo la grande macchina succhiava tutto il colore e l’energia dei malcapitati sotto la teca, a tal punto che ormai non riuscivano più neanche a stare in piedi.
I popoli del nord e del sud le provarono tutte per cercare di distruggere quel macchinario ma senza successo così il drago verde piumato disse: “Ricordate?il vostro punto di forza…unite le vostre danze di lotta e vedrete che funzionerà…”
Così i due popoli si disposero davanti alla grande macchina grigia e cominciarono la danza che unita alla musica e alla grande allegria, produsse una tale quantità di colore che poco a poco, insinuandosi negli ingranaggi del macchinario, lo mandò in tilt!
Ci fu una grossa esplosione di colore che permise agli abitanti del popolo verde di liberarsi e riprendere subito tutta la loro energia tornando a suonare e a danzare con gli altri popoli!
Tutti si staranno chiedendo: ma gli uomini grigi dove erano?
Ecco in breve l’antefatto: erano di guardia davanti alla teca quando ad un tratto hanno udito in lontananza rumori di tamburi e canti e una fastidiosa (per loro ovvio)sensazione di festa e di allegria; così hanno preso i loro binocoli che vedono molto lontano e hanno visto un fiume di colore festante dirigersi verso di loro…hanno capito che non avrebbero mai potuto vincere contro quella grande folla felice e così sono scappati prima che gli altri popoli arrivassero lasciando incustodita la teca!
Chissà se questi uomini grigi capiranno mai che tutti i popoli, se si uniscono in amicizia per fare festa, non li ferma niente e nessuno! …chissà…

APPUNTAMENTI:

-i laboratori dedicati ai bimbi per preparare il Carnevale sono
DOMENICA 27 GEN. ORE 10:30
a via Casale De Merode 6.

DOMENICA 3 FEB.
ORE 10:30
Casetta Rossa – Via Magnaghi 14
ORE !5:30
Via del Porto Fluviale 16

teatro de merode @ 15ottobre

alcune delle azioni teatrali di teatrodemerode durante la manifestazione del 15 ottobre

 

il corpo di fisco

 

il crollo della borsa

occupiamobancaditalia

#occupiamobancaditalia
Per non pagare il debito! Per riscuotere il credito sociale!

In tutto il mondo si moltiplicano le mobilitazioni contro la dittatura finanziaria delle banche e della speculazione globale che usano la crisi per attaccare e smantellare i servizi pubblici, il welfare, la formazione, per cancellare i diritti e appropriarsi dei beni comuni.
Da Madrid a New York, da Santiago del Cile ad Atene, da Tel Aviv a Reykjavik, si alza la voce delle “(multi)generazioni senza futuro” che non vogliono pagare la crisi, che si sottraggono alla retorica della “responsabilità generale” del debito, che immaginano un’alternativa di società a partire dalla redistribuzione radicale delle ricchezze e dalla condivisione delle risorse comuni. Il 99% del pianeta è indisponibile a subire l’avidità di pochi.

In vista della giornata globale del 15 ottobre contro le politiche di austerità imposte dalla Banca Centrale Europea e dal governo Berlusconi, il 12 ottobre organizziamo un evento pubblico di protesta e di proposta che individui nella Banca d’Italia e nella BCE le istituzioni di una nuova governance globale che impone decisioni al di fuori da qualsiasi legittimità democratica.

Il 12 ottobre, a palazzo Koch, nel cuore della capitale, si terrà il convegno internazionale “L’Italia e l’economia mondiale, 1861-2011”, con la presenza del Presidente della Repubblica Napolitano e del Presidente della Banca d’Italia Draghi.

Ai piani segreti della Bce e alle sue “raccomandazioni riservate”, alle lettere di Draghi e Trichet rispondiamo con una lettera pubblica al Presidente Napolitano, in quanto garante della Costituzione italiana, oggi oggetto dell’attacco neoliberista bipartisan che vorrebbe inserire nella nostra carta fondante il vincolo del pareggio di bilancio. La chiamano la “regola d’oro”, noi la conosciamo come povertà e la chiamiamo ingiustizia: le nostre vite non sono in debito, le nostre società non le detiene nessuno.
Vogliamo mettere in discussione il ricatto del debito, far emergere l’urgenza della redistribuzione delle ricchezze, per difendere i diritti di chi lavora e per un nuovo welfare universale che contrasti la precarietà e l’intermittenza di reddito.

In sintonia con le acampadas e le libere occupazioni in Spagna, negli Usa e in tanti altri paesi, costruiamo uno spazio pubblico di incontro e di protesta prolungata. Esprimiamo la nostra voglia di giustizia sociale e di cambiamento attraverso una semplice rivendicazione: non paghiamo il debito! Riscuotiamo il credito sociale!

Il 12 ottobre alle 16, troviamoci sotto la sede della Banca d’Italia di via Nazionale, senza bandiere e oltre i recinti delle identità, per rivendicare insieme il diritto all’insolvenza.
Siamo il 99%, abbiamo un mondo intero da reinventare.

12 ottobre, ore 16, @ Banca d’Italia (Via Nazionale, Roma)
#occupiamobancaditalia verso il 15Ottobre

VERSO IL 15 OTTOBRE, COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA

Siamo indignati contro i governi europei, che stretti tra la crisi e le politiche liberiste e monetariste imposte dalla BCE e dall’FMI, accettano di essere esautorati delle funzioni democratiche e divengono semplici amministratori dei tagli della spesa sociale, delle privatizzazioni, della precarizzazione del mondo del lavoro, chiusura delle frontiere, e della costruzione di opere faraoniche, incuranti dell’ambiente e delle popolazioni.

Siamo indignati perché le classi dirigenti continuano a proporci l’austerity per le popolazioni, mentre le rendite e i privilegi della finanza, dei grandi possidenti e della politica rimangono intonse, quando non crescono. Siamo indignati in particolare contro il governo italiano, che ha deciso di rispondere alla crisi con una manovra i cui contenuti cambiano di ora in ora ma i cui pilastri restano sempre gli stessi: taglio ai servizi sociali, privatizzazioni, attacco ai diritti dei lavoratori.

Siamo indignati perché il governo ha deciso di abolire per decreto il diritto del lavoro, permettendo alle aziende di derogare ed eludere contratti e leggi, compreso l’art.18 dello Statuto dei lavoratrici e dei lavoratori, proseguendo sulla strada della cancellazione della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro.

Siamo indignati perché in questo modo si elimina la democrazia nei luoghi del lavoro e si estende a tutti i lavoratori il ricatto della precarietà, con cui negli ultimi due decenni si sono livellate verso il basso i diritti e le condizioni di vita di migliaia di giovani, esclusi dal sistema di welfare e da ogni orizzonte di emancipazione; perché ogni giorno migliaia di migranti vivono il ricatto della clandestinità.

Siamo indignati perché poco più di 2 mesi fa abbiamo votato, insieme alla maggioranza assoluta del popolo italiano, per la ripubblicizzazione dell’acqua e per le energie rinnovabili, e ora vediamo il nostro governo riproporre esattamente le vecchie ricette basate sulla svendita dei beni e su un modello di sviluppo energivoro.

Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso un grande processo di innovazione, attraverso al costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell’economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell’innovazione. Invece il nostro governo continua a impoverire la scuola pubblica, l’università e la ricerca, ignorando i milioni di studenti, dottorandi, precari, ricercatori che si sono mobilitati negli scorsi mesi e preferendo ascoltare la voce delle rendite baronali e dei profitti aziendali.

Siamo indignati perché i governi europei inseguono il dogma del pareggio di bilancio, cercando di far quadrare i conti della finanza, appesi come sono ai giudizi delle agenzie di rating o dei mercati di borsa, invece di fare i conti con le esigenze e i bisogni dei loro cittadini.

Siamo indignati perché in questo modo non abbiamo più una reale sovranità democratica, che è affidata alle stesse élite finanziarie transnazionali che prima hanno generato la crisi, poi hanno chiesto di essere salvate dagli stati e ora vorrebbero far pagare il conto a noi, giustificando con lo stato di necessità dichiarato della crisi la privatizzazione della vita delle persone e della natura.

Siamo indignati perché vediamo il serio rischio che a una vera alternativa al governo di Berlusconi e della Lega, si tenti di sostituire una alternanza, fatta delle stesse politiche con maggioranze diverse, perché tutto cambi senza che in realtà nulla cambi.

E allora sappiamo che siamo indignati, ma indignarsi non basta.

Il cambiamento non arriverà da sé. Ce l’hanno insegnato le vicende degli scorsi mesi: le grande battaglie per i saperi, le lotte dei lavoratori in difesa del contratto nazionale, i diritti e i beni comuni in Italia, le rivolte del Mediterraneo, ora la crescita di un sentimento di ribellione contro le manovre finanziarie insostenibili e tutto ciò che ci viene propinato in nome della crisi.

Noi non ci limitiamo a indignarci, ma intendiamo darci da fare. Abbiamo in mente un mondo migliore del loro, e siamo pronti a mobilitarci per realizzarlo. Per il 15 ottobre in tanti stanno promuovendo appelli, discussioni pubbliche, verso la giornata internazionale United for global change.

Noi crediamo sia necessario aprire una discussione pubblica nel paese, tra tutti coloro che si stanno prodigando sulla mobilitazione internazionale del 15, ma anche e soprattutto con tutti coloro che pagano sulla loro pelle quanto sta accadendo. Vorremmo, iniziando dalla giornata di sciopero generale del 6 settembre, cominciare una consultazione ampia e trasversale, che raggiunga realtà sociali e di lotta, forze politiche e sindacali, movimenti e singole persone, per far sì che quella giornata sia una grande mobilitazione di tutti per l’alternativa, condivisa e partecipata. Consultazione che vorremmo far proseguire con un’assemblea pubblica a Roma, sabato 24 settembre alle ore 10. Un’occasione importante per qualificare il profilo politico della manifestazione del 15 ottobre, ma anche per far incontrare le tante questioni sociali che nella crisi vivono la loro drammatizzazione. Connettere i fili della resistenza alla crisi, per immaginare un’alternativa politica e di sistema è ciò che prima del 15, nell’assemblea del 24, appunto, con la manifestazione del 15 e dopo il 15, pensando al 15 come ad un passaggio e non un punto d’arrivo, vorremmo fare con passione e spirito d’innovazione.

Per aderire a questo appello scrivere a: 15ott2011@gmail.com

11 settembre @ Volturno Occupato

DOMENICA 11 SETTEMBRE AL VOLTURNO!

era una notte buia e tempestosa
ovunque scrosciavano le acque
ovunque infuriava la tempesta
ma uno sparuto manipolo disse

noi qui resisteremo!

Il Volturno si riapre alla città
Domenica 11 settembre intorno alle 21
la prima serata della stagione
teatro, musica, arte e creatività
dopo l’attacco e la difesa

chi non viene
Peste lo colga!!!!!!

21.30 VARIETA’ JOHNNY BISCOTTO

e a seguire ONAIRDA Dj

Ingresso libero
Uscita a cappello

Volturno Occupato
Via Volturno 37, Roma
http://volturno.noblogs.org/

VOLTURNO SGOMBERATO, VOLTURNO RICONQUISTATO

Il Volturno è un teatro dei primi del Novecento.

L’ultimo proprietario ufficiale è stato Cecchi Gori. L’ultimo progetto un Bingo che lo ha devastato.

Da tre anni il Volturno ha ripreso vita: cinema, danza, teatro, sportello antiviolenza, assemblee…

Questa mattina guardie private pagate da un oscuro proprietario hanno illeggittimamente violato lo spazio che la cittadinanza si era ripresa.

Il Teatro del Lido, l’Ex Cinema Palazzo, il Teatro Valle Occupato, il Teatro De Merode denunciano la violenza degli interessi privati che, in nome del profitto e protetti da politiche governative ed amministrative, sottraggono alla collettività beni e risorse comuni che appartengono a tutte/i.

Dopo poche ore la città si è ripresa il suo spazio.

Sosteniamo tutte le lotte che dal basso, con la partecipazione di tutte/i stanno costruendo nuove forme di autogoverno immaginando un’altra città, un’altra concezione della vita, della politica e della cultura.

 

Teatro del Lido

Ex Cinema Palazzo

Teatro Valle Occupato

Teatro De Merode

con renato nel cuore

5 anni.
Questo il numero che sigla la distanza temporale e formale dall’assassinio di Renato.

La morte di Renato è un frutto avvelenato, un germoglio cresciuto nelle strade della nostra città e raccolto da due ragazzi, oggi grandicelli, che con colpevole stupidità e con dieci coltellate hanno colpito la vita di renato.

Ma il seme da cui tutto questo è stato generato è stato piantato da una cultura ben precisa che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, si chiama fascismo. E chi ha annaffiato tutto questo sono state, e sono tutt’ora, le organizzazioni neofasciste che della sopraffazione, della violenza e dell’odio per le diversità fanno il baricentro della loro politica.

I due assassini hanno una responsabilità personale, le organizzazioni neofasciste e le istituzioni che le tollerano e le supportano hanno una responsabilità politica.

Ma 5 anni sono stati anche colmi di iniziative, di azioni e di relazioni; noi, compagni/e ed amici e amiche di Renato, in tutta Roma e anche nel resto di Italia, abbiamo provato a coltivare i sogni di Renato, le sue passioni e le sue idee.

Per questo, anche quest’anno, vogliamo organizzare un appuntamento pubblico, Renoize 2011, per il 3 Settembre, dove far suonare musica, dove poter pronunciare parole e guardare immagini e video. Tutto per poter raccontare la verità sull’aggressione di Renato che, come altre, troppe, negli ultimi anni raccontano un paese fatto di ingiustizie e soprusi.

Ma vogliamo anche raccontare la giustizia e la libertà che Renato, insieme a noi, costruisce quotidianamente.

Per noi 5 anni sono nulla, sono un soffio, perchè nella nostra mano stringiamo forte quella di Renato che continua ad essere con noi giorno dopo giorno.

Con rabbia e con amore.

il teatro dell’oppresso in contesti di guerra

Dal 22 al 24 Luglio vi invitiamo a partecipare a tre serate dedicate a:

 

Il Teatro Dell’Oppresso nei paesi in guerra

 

Venerdì 22 Luglio: Hector Aristizabal, Colombia, presenterà “Nightwind” uno spettacolo sulla sua storia e l’uso della tortura in Colombia. Dopo un momento interattivo con il pubblico parleremo della situazione attuale dopo l’elezione di Santos. Ci racconterà anche dell’ultimo lavoro teatrale che ha svolto in Colombia a giugno con attivisti per i Diritti Umani, quasi tutti sotto minaccia di morte.

 

Sabato 23 Luglio: Hanin Tarabay ci parlerà del lavoro teatrale che sta svolgendo in Palestina, sia come singola che con il gruppo di TDO Ashtar, proiettando video.

Nella seconda fase della serata Hjalmar Jorge ci parlerà del lavoro che sta portando avanti in Afganistan con il TDO proiettando video.

 

Domenica 24 Luglio: 6 attivisti della Nigeria ci racconteranno delle loro lotte per la difesa dell’ambiente e di chi ci vive. Dopo la loro presentazione verranno presentate le scene create durante la formazione con Hector.

 

Spettacoli e presentazioni sono gratuite.

 

Dalle ore 20.00 si potrà mangiare e bere a prezzi popolari

Dalle ore 21.30 cominceranno gli incontri

 

Le serate si svolgeranno al TeatroDeMeRode, via casale de Merode n°6

bus 716 da Garbatella/piramide, fermata “casale de Merode”

bus 714 da termini poi 700m a piedi da piazza dei “navigatori”