Il Serpente Piumato e il
Dragone Giallo
Nelle lontanissime
Montagne del Nord, dove l’aria è così fredda che nascono luccicanti
fiori di ghiaccio dai petali cristallini. Dove il vento soffia così
forte che la gente lega le case a grandi corde perché non volino
via, vive, adagiato in una sconfinata vallata, il Serpente Piumato.
Sulla sua nascita si narrano molte leggende. C’è chi dice sia sorto
all’improvviso dal centro del Grande Lago Azzurro. Chi racconta,
invece, che egli sia il vecchio torrente luminoso che, stanco di
seguire sempre lo stesso corso, decise di mettere le gambe e andare
in giro per le valli. Non si sa quanti anni abbia, per le genti della
montagna esiste da sempre. Da sempre protegge i villaggi dai venti
più forti facendo scudo col suo corpo. Da sempre, i bambini, nelle
rare giornate in cui il vento si calma, gli salgono sulla schiena,
gli fanno un po’ di solletico, e lui, ridendo, li porta in giro a
velocità inimmaginabili per un essere umano. E’ per questo che i
bambini delle montagne conoscono il mondo meglio di chiunque altro.
Quando gli adulti di
quelle terre, sono stanchi e tesi perché troppo presi dal lavoro di
ogni giorno, succede che si mettano a litigare e a urlarsi contro. E’
allora che il Serpente Piumato passa tra loro: il fruscio delle sue
piume e i movimenti sinuosi del suo corpo dilatano l’aria, e
improvvisamente gli adulti si guardano tra loro, e vedendo le loro
facce ingrugnite dalla rabbia, gli scappa da ridere e, presi da una
gioia incontenibile, impastano la terra con i fiori azzurri e giocano
a sporcarsi l’un l’altro in una grande festa.
Esattamente dall’altra
parte del mondo, nel lontano Deserto del Sud, il sole è così caldo
che gli abitanti vanno in giro solo dal tramonto all’alba. Piccoli
villaggi di terra rossa sorgono intorno ai rari alberi, che sono
enormi e carichi di frutti succosi. Intorno alle case nascono fiori
arancioni a forma di campana; portandoli alla bocca si può berne
quello che loro chiamano “rajadal” (un succo molto simile
all’aranciata). Non sempre, in quei luoghi la vita è semplice, a
volte per trovare l’acqua bisogna scavare pozzi profondissimi, in
compenso le galline fanno le uova già sode.
E’ qui che vive il
Dragone Giallo. C’è chi dice sia nato al centro della terra e venuto
fuori dalla bocca del Grande Vulcano. C’è chi narra che sia planato
dal cielo in una notte di stelle cadenti. Nessuno sa quanti anni
abbia, per la gente del deserto esiste da sempre. Da sempre, col suo
corpo splendente, aiuta gli abitanti ad orientarsi nella notte. Da
sempre i bambini dei villaggi, gli salgono sulla schiena e lui li
porta in giro illuminando tutto intorno. E’ per questo che i bambini
del deserto conoscono il mondo meglio di chiunque altro.
Quando scavare un pozzo
diventa troppo faticoso, gli adulti si danno la colpa a vicenda e non
si guardano più negli occhi. E’ allora che il dragone giallo passa
tra loro e si mette a cantare. La melodia è così dolce e vivace che
tutti si dimenticano all’istante della fatica e per la gioia si
impiastricciano le facce con il succo “rajadal”.
Un brutto giorno, nelle
Montagne del Nord, arrivò un viaggiatore bugiardo. La gente di quei
luoghi era tradizionalmente ospitale, e lo accolsero come un
fratello. Lui mangiò e bevve alla loro tavola. Affascinati dalle sue
conoscenze, gli abitanti delle montagne gli chiesero di raccontargli
come era fatto il mondo dall’altra parte. Lui gli parlò del Popolo
del Deserto e disse loro che quella era gente strana e malvagia e che
fra loro viveva un mostro giallo dalle fauci infuocate e dalla fame
insaziabile. Disse anche che aveva sentito da fonti attendibili, che
le genti del deserto stavano preparando la guerra per conquistare le
montagne.
Lo ringraziarono e
tremanti di paura si riunirono tutti in una grande assemblea per
decidere il da farsi.
Il furbo viaggiatore
riprese il cammino e, un altro brutto giorno, arrivò nel Deserto del
Sud. Anche in quei luoghi la gente era straordinariamente ospitale.
Gli offrirono ombra e “rajadal”. Lui bevve e si riposò. Anche la
gente del sud voleva sapere com’era il mondo dall’altra parte. Così
il viaggiatore raccontò loro che nelle Montagne del Nord viveva una
popolazione strana e malvagia. E che tra loro viveva un essere
mostruoso chiamato il Serpente Piumato, capace di abbattere un’intera
foresta con un respiro e di usare le cime aguzze delle montagne come
stuzzicadenti. In più disse loro che la gente del Nord, stanca del
freddo, stava muovendo guerra al deserto per conquistarlo. Lo
ringraziarono e spaventati si riunirono in un’assemblea per decidere
cosa fare.
Entrambe le popolazioni
scelsero di non aspettare il nemico nelle proprie terre ma di
muoversi all’attacco. Ma con quali armi? Non avevano mai fatto la
guerra. Così chiesero aiuto al Serpente Piumato e al Dragone Giallo.
Questi, sapendo la minaccia che la propria gente correva, montarono
su tutte le furie, e, gonfiandosi di rabbia, si misero in testa ai
cortei che marciavano l’uno contro l’altro.
Dopo giorni di viaggio,
circa al centro della terra, i cortei si avvistarono. Un silenzio
irreale scese sul mondo. Dalle due armate cominciarono a venire
avanti il Serpente e il Dragone. Si scrutarono a lungo, mentre tutti
li fissavano pietrificati. All’improvviso, si scagliarono l’uno
contro l’altro a gran velocità. Fu allora, che con grande sorpresa
di tutti, invece di divorarsi a vicenda, il Dragone e il Serpente
iniziarono a danzare. Avevano entrambi una testa e una lunga coda,
entrambi camminavano alla stessa maniera. Ai bambini sembrarono
immediatamente cugini. I grandi, invece, si accorsero in quel momento
che il viaggiatore li aveva ingannati, per chissà quale interesse
personale, forse anche solo divertirsi alle loro spalle.
Passata la paura arrivò
la gioia. I visi si distesero, qualcuno iniziò a cantare, altri a
danzare, altri ancora si innamorarono. Ci fu una festa talmente
grande che ancora oggi, una volta l’anno, i popoli del Deserto e
delle Montagne, si incontrano al centro della terra per ricordare
quel giorno. Il giorno in cui la paura era stata sconfitta. Il giorno
in cui i popoli impararono a non fidarsi più del viaggiatore
imbroglione.