pallassos en rebeldia

Documentario “Mashi: Trasi que Trasi!”, realizzato dal collettivo Pallasos in Rebeldia nelle città di Ramallah e Nablus durante la carovana nel 2009: una carovana di clown in Palestina con la missione di abbattere il muro della vergogna con il potere del sorriso. Quell’esperienza era il seme del progetto palestinese Festiclown, previsto per quest’anno, che mira a celebrare una festa di clown nei territori palestinesi. La programmazione prevede esibizioni nei campi di rifugiati, seminari, serate di gala…
Per maggiori informazioni:

http://festiclownpalestina2010.wordpress.com/

http://www.pallasosenrebeldia.org/

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=h9peLkuhRuo

volturnée marzo

carnevale!

torna il carnevale antirazzista dell’XI municipio!

CARNEVALE ANTIRAZZISTA DELL’XI MUNICIPIO
Cene, laboratori, e una nuova storia che diventerà una grande festa di carnevale il 5 marzo!

Il popolo delle terre del nord e il popolo del deserto del sud, dopo essere diventati amici durante il carnevale antirazzista dell’anno scorso, affrontano un nuovo nemico: gli uomini grigi che vogliono rubare l’acqua del nostro pianeta per venderla.

Come l’anno scorso abbiamo scritto una fiaba, che racconteremo ai bambini (e ai grandi) in una serie di laboratori in ludoteche, doposcuola, occupazioni, scuole elementari ecc.. del municipio XI.

Durante i laboratori (che sono aperti a chiunque voglia parteciparvi o dare una mano!) insegneremo una nuova danza da far fare ai nostri dragoni (restaurati per l’occasione) e costruiremo ciò che sarà necessario affinchè, anche quest’anno, il carnevale sia il più possibile aderente alla fiaba.

I due cortei in maschera si incontreranno al centro della terra (largo Delle Sette Chiese n.d.r.) dopo essere partiti da Casal de Merode e dal Casale dell’Utopia. Poi, dopo aver sconfitto (speriamo) il nemico, proseguiranno uniti verso piazza Sauli dove la festa continuerà fino a sera con spettacoli, concerti, falò..

Il carnevale è totalmente autofinanziato: ci saranno una serie di cene (e un pranzo) partecipando alle quali sarà possibile contribuire alle spese.

I CORTEI SARANNO IL 5 MARZO alle ore 14:00!

NON MANCATE!

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CENE E PRANZO

6 Febbraio (20:30) – Cena alla Casetta Rossa, Via Magnaghi 14

16 Febbraio (20:30) – Cena al LOA Acrobax, Via della Vasca Navale 6

25 Febbraio (20:30) – Cena con Luoghi Comuni Garbatella, Via Ostiense 152/b

27 Febbraio (13:30) – Pranzo al arpij – Il Tetto, Lungotevere Dante

LABORATORI

19 Febbraio (15:30) – Casale de Merode, Via Casal de Merode 6/b

20 Febbraio (10:00) – Casetta Rossa, Via Magnaghi 14

24 febbraio (16:30) – Ludoteca, Via G.Imperatore 75

25 Febbraio (16:30) – Il Tetto, Lungotevere Dante

26 Febbraio (16:30) – Casale de Merode, Via Casal de Merode 6/b

CORTEI IN MASCHERA

5 marzo, (14:00) da Casale de Merode – Tormarancia-

5 marzo, (14:00) da Casale dell’Utopia – S.Paolo-

SERATE CARNEVALESCHE

5 marzo al CSOA La Strada – serata trash ’60/’70/’80/’90

5 marzo al LOA Acrobax – reggae circus

LA FIABA DI QUEST’ANNO

La grande festa è alle porte!

Come ogni anno il popolo delle montagne e il popolo del deserto si stanno preparando per rivedersi al centro della terra, in ricordo del giorno in cui si conobbero, guidati dal Serpente Piumato e dal Dragone Giallo.

I preparativi fervono sulle lontanissime montagne del nord. I luccicanti fiori di ghiaccio sbocciano rigogliosi, e il Serpente Piumato riposa pacifico sul fondo del Grande Lago Azzurro.

Con l’acqua del lago i pasticceri preparano i famosissimi gelati delle montagne da donare ai loro amici del popolo del deserto; le donne intessono di rugiada e lapislazzuli la lana degli yak blu per preparare i tradizionali vestiti della festa; e gli artigiani modellano le loro preziose statuette di ghiaccio.

Ma l’acqua del lago non serve solo in questa occasione. Viene utilizzata dal popolo per cucinare, lavarsi, e si dice addirittura che per fare il bucato non vi sia bisogno di alcun sapone. Berla è un tale piacere che la gente addirittura brinda prima di portarla alle labbra, e qualsiasi cibo viene cucinato con quell’acqua ha un sapore dolcissimo.

È un’acqua purissima, fredda e trasparente: così pura che per scaldarsi le basta un soffio.

Anche dall’altra parte del mondo, nel Lontano Deserto del Sud, non si sta con le mani in mano.

Il Dragone Giallo sorvola sereno il suo popolo, aiutandolo ad attingere la preziosa acqua dai profondissimi pozzi. L’acqua in quell’arida terra è di vitale importanza, infatti permette agli abitanti del deserto di innaffiare i campi e gli orti; dissetare gli animali; e, soprattutto, coltivare lo splendido fiore da cui si ricava lo squisito succo di Rajadal, che avrebbero offerto in dono al popolo delle Montagne una volta incontratisi.

Quest’acqua ha un dono magico: ne bastano poche gocce per far fiorire il deserto di ogni tipo di frutta e verdura; e forse è per questo che le statuette d’argilla preparate dagli artigiani del sud hanno quel colore brillante che le rende così preziose.

Ma un brutto mattino, proprio alla vigilia della festa, i due popoli, svegliandosi al primo canto del gallo, non trovano acqua per sciacquarsi via il sonno dagli occhi, né per bere il primo bicchiere della mattina, né per farsi il caffè.

“Chi sarà stato mai?”, chiede un bambino del popolo delle montagne guardando i ciottoli sul fondo del lago prosciugato.

“Chi può averci portato via l’acqua?”, domanda una bimba del deserto, prendendo in mano un fiore di Rajadal ormai secco.

Subito, come un’ombra, su tutti cala il ricordo del viaggiatore di tanti anni prima, che aveva portato discordia e scompiglio nella pacifica vita di quelle genti.

Si rivolgono allora ai loro magici animali, che già una volta li avevano salvati nel momento del pericolo, ma il drago e il serpente già volteggiano nei cieli, determinati a incontrarsi al centro della terra.

E tutti, fidandosi ancora una volta, si preparano a seguirli.

Durante i primi giorni di marcia, si arrovellano il cervello per cavar fuori un po’ d’acqua da qualche parte: chi strizza le melanzane, chi cerca sotto le pietre, chi mette da parte, in piccole bottigliette, il sudore della propria fronte.

All’alba del terzo giorno, però, l’inaspettato accade.

Si presentano ai due popoli degli uomini vestiti di grigio, dalla carnagione smunta, gli occhi lucidi e la bocca stretta e dritta come una linea.

Come prima cosa, questi individui si informano premurosamente su cosa fosse successo, fingendosi dispiaciuti nell’ascoltare i racconti sull’acqua scomparsa. A questo punto però, con finta sorpresa per la coincidenza, gli uomini grigi esclamano che proprio loro hanno la soluzione al problema! Infatti portano con sé delle valigette riempite di strani cubi trasparenti. Ogni cubo ha il magico potere di trasformarsi, goccia dopo goccia, proprio in quell’acqua che sembrava essere sparita per sempre.

Con finta umiltà, gli uomini grigi chiedono in cambio di ogni cubo, un piccolo pagamento. Poca cosa, dicono, perché non vogliono gravare sulla già disperata situazione.

Qualcuno prova a dire che fino a pochi giorni prima l’acqua era abbondante e gratuita per tutti, ma l’urgenza è troppa, e così le persone accettano ben volentieri la proposta degli uomini grigi e cominciano a dare in cambio dei cubi quello che possono. Chi qualche fiore di Rajadal, chi una statuetta che aveva promesso all’amico dell’altro popolo, chi una collana di rugiada, chi un vecchio ricordo di famiglia.

Mano a mano che prendono i pegni, gli uomini grigi cominciano a gonfiarsi ed ingrassare in modo inquietante. Sui loro corpi spuntano delle protuberanze, i visi gli si arrotondano come lune piene, e le bocche si tirano in sorrisi beffardi.

Il Dragone Giallo e il Serpente Piumato, dall’alto, osservano silenziosi la scena, proseguendo a guidare le rispettive popolazioni verso il centro della terra.

Gli uomini grigi, presi dalla smania di potere, continuano a fare trattative e a commerciare i cubi d’acqua solida, senza accorgersi che i due cortei stanno convergendo pericolosamente proprio verso il loro covo.

Arrivati nel luogo d’incontro, i due popoli si trovano di fronte una montagna di cubi d’acqua e una miriade di uomini grigi indaffarati a caricare, scaricare, vendere, accatastare, un vero e proprio mercato dell’acqua, insomma!

Il Serpente Piumato e il Dragone Giallo, finalmente insieme, iniziano una danza di guerra, puntando proprio alla montagna d’acqua solida, mentre gli uomini grigi, presi di sorpresa, si compattano a difesa del loro bottino.

A questo punto, osservando la scena, il popolo del deserto e il popolo delle montagne, come risvegliandosi da un brutto sogno, capiscono di essere stati imbrogliati: quella è proprio la loro acqua! Gli uomini grigi gliel’hanno rubata, solidificandola, e ora provano a rivendergliela con l’inganno.

Allora i popoli, seguendo l’esempio dei loro animali guida, ancora una volta si uniscono per sconfiggere i malvagi.

Gli uomini grigi, che sono furbi, ma non brillano sicuramente per coraggio, capendo che la situazione per loro si mette male, iniziano a fuggire in ogni direzione, cercando di salvarsi.

Non appena l’ultimo di loro scompare all’orizzonte, ecco che, come per magia, l’acqua torna a scorrere e la montagna si trasforma in un lago meraviglioso che, scorrendo in ogni direzione, irriga e fa fiorire l’intero mondo.

La festa fu due volte più grande, i popoli danzarono e ballarono per un giorno e una notte, rinnovando promesse d’amicizia reciproca e di pace duratura.

Ancora oggi il lago al centro della terra dona acqua a tutti e nessun uomo grigio ha più provato a importunare la gente del deserto o quella della montagna… anche se, ci potete giurare, sono sicuramente a fare danni da qualche altra parte.

solidarietà al comitato per la riapertura del teatro del lido

SOLIDARIETA’ AL TEATRO DEL LIDO: I NOSTRI DIRITTI PIU’ FORTI DELLE VOSTRE DENUNCE

collettivo l’officina

Apprendiamo con sconcerto delle 15 denunce agli attivisti del Teatro del Lido che ormai da quasi un anno hanno riaperto questo spazio lasciato al degrado. Ancora più sconcertati apprendiamo che le identificazioni sono state fatte utilizzando il foglio degli ingressi per assistere ad una seduta del consiglio del tredicesimo municipio. Alle persone convocate al commissariato di Ostia sono state chieste impronte digitali e sono state scattate delle fotosegnaletiche. Studenti e studentesse, artisti, ex lavoratori, ragazzi e ragazze del collettivo l’officina e di affabulazione, cittadini e militanti del partito democratico; Questa è la composizione delle persone denunciate.

Il 26 Febbraio sarà un anno dalla nascita del “comitato per la riapertura del teatro del lido”, nato il giorno in cui si è deciso che il teatro partecipato di Ostia riprendesse vita dal basso. Difronte alla richiesta di riassumere i lavoratori e riaprirlo con la formula della partecipazione, l’unica risposta sono state le denunce e il silenzio della politica cittadina. Alla richiesta del rispetto dei nostri dirtti, loro hanno risposto con l’arma della repressione, minacciandoci prima di sgombero, costringendoci a salire sul tetto del tredicesimo muncipio e poi denunciadoci senza neanche averci identificato di persona. Il commissariato di Ostia decide di fare politica dando dei chiari segnali di autoritarismo intimidatorio, proprio perchè la politica non riesce a dare delle risposte alla cittadinaza viva del territorio. Sono ridicoli come è ridicola la classe dirigente di un paese in declino. E’ ridcola la giunta Alemannno che invece di risolvere i problemi della città pensa piuttosto a spartire tra parenti e amici i soldi della città, è ridicolo il tredicesimo municipio che si dimostra un luogo inutile senza alcun potere decisionale.

Non siamo intenzionati ad accettare silenziosamente questi atti indimidatori: noi non abbiamo paura. Ci stringiamo accanto ai fratelli e le sorelle del “comitato per la riapertura del teatro del lido” perchè insieme a loro abbiamo imparato che l’unica strada per la difesa dei diritti è quello della mobilitazione. Le nostre idee volano più in alto della repressione delle forze dell’ordine, come volano più in alto delle chiacchiere di una classe dirigente che sta fallande miseramente. I nostri diritti valgono molto di più delle vostre denunce.

volturnée gennaio-febbraio

Comunicato stampa della rassegna culturale mensile :

“Voltournée”

15 Gennaio – 4 Febbraio 2011,
CINEMATEATROCCUPATO VOLTURNO, via Volturno 37 (zona Stazione Termini)

Il Cinema Teatro Occupato e Autogestito Volturno, presenta la rassegna culturale mensile “Voltournée”:

Voltournèe gennaio-febbraio 2011:

Gennaio

Sabato 15 dalle 21
Art in Progress in uno studio su “Topi” (performance teatrale su
musica elettronica)
Semiotiche Distratte (Danza Contemporanea) in “Il Giardino dei
Sentieri che si Biforcano”
Light the Bob (Duo di basso e batteria, tra elettronica, punk
hardcore, country e metal)

Domenica 16
Festa Peruviana
h 12 Pranzo tipico
h 14 Dibattito politico sul Perù
h 15.30 Presentazione del libro “Frammenti Andini” di Carlos Miguel Salazar
h 16.30 Danza e musiche dal Perù
h 19 Aperitivo
A concludere balli latinoamericani

Giovedì 20 ore 21
Compagnia Franca Battaglia in una proda aperta de “La bella Lena –
Viaggio verso l’estasi in 12 contrazioni” (Teatro)

Avanspettacolo a cura di Teatro De Merode
A seguire dj set Electro-Swing

Sabato 22 dalle 16.00 a oltranza!
Dall’Africa a Scampia
Suggestioni di arti in cammino a sostegno della “Bandabaleno” (Murga di Scampia)
Musica, danza, teatro, arti figurative e altro ancora…

Sabato 29 dalle 21
Serata di improvvisazione e autoguarigione
Performance Act Theatre Project “Medea e il suo doppio”

Danza: Loredana Piacentino, Francesca Orazi

Video: Yassmin Yaghmai, Akaroma
Recover Band! in “Soul Explosion 2011”

Febbraio

Venerdì 4 febbraio dalle 20
Jazz Nigth in Tunisia
– D’Alisera-Esposito-Perrone Trio
– Tony Formichella Quartet
live painting a cura di Mask (graphomania)
a seguire dj set Electro-Jazz

Il VOLTURNO OCCUPATO si propone come spazio culturale indipendente, con l’ intento di porsi
al di fuori delle logiche commerciali ed economiche che considerano l’arte al pari di una merce.
Il Volturno offre agli artisti uno spazio libero, di creazione, sperimentazione e visibilità nella
città di Roma, in un’ottica di mutua collaborazione tra tutti gli artisti che lo attraversano.

Lo spazio propone mensilmente una rassegna culturale che intende dare voce a compagnie,
gruppi musicali e singoli artisti indipendenti promuovendo l’autoproduzione e proponendo
al pubblico un’offerta culturale variegata e accessibile a tutti. L’intento è duplice:
da un lato una proposta culturale che si ponga volontariamente al di fuori del circuito produttivo
istituzionale, un momento culturale aperto in netta contrapposizione con il concetto di
cultura di nicchia; dall’ altra un’ iniziativa dal valore intrinseco, rappresentato dal lavoro
che quotidianamente viene portato avanti, nell’intento di continuare a dare vita
a uno spazio gestito dal basso, che si propone come luogo di incontro e integrazione culturale.

In questa proponiamo il programma della prossima rassegna, ricordando che l’ingresso è libero
e che il pubblico potrà sostenere lo spazio e gli artisti con un’offerta “a cappello”
al termine di ogni performance.

Il pubblico sarà accolto ogni sera nel foyer del teatro con una apericena accompagnata
da vino biologico autoprodotto proveniente da aziende agricole italiane.

volturno.noblogs.org
VolturnOccupato
Via Volturno 37, ROMA

L’emergenza abitativa per il governo non esiste

Per il Governo la questione casa risulta talmente marginale da “dimenticare” nel Milleproroghe la reiterazione della tutela negli sfratti per le cosiddette categorie protette. La coperta che era già clamorosamente corta viene tolta definitivamente e migliaia di nuclei familiari vengono lasciati alle prese con i provvedimenti di rilascio forzoso delle loro case, oltre 9000 solo a Roma nel 2010.

I movimenti per il diritto all’abitare e l’inquilinato colpito dalle dismissioni hanno chiesto ripetutamente una moratoria generalizzata, che coprisse anche gli sfratti per morosità (6000 a Roma quest’anno), e anche il sindaco Alemanno e la governatrice Polverini si erano espressi in questa direzione aprendo una
interlocuzione col ministro Matteoli e con il Governo. Ma probabilmente non si è andati oltre le dichiarazioni ed alla fine gli interessi di pochi hanno finito per prevalere sulle necessità e sulle vite delle
tantissime persone colpite dalla crisi, dalla precarietà e dall’emergenza abitativa.

Se aggiungiamo le difficoltà in cui versano coloro che non riescono a pagare i mutui e sono a rischio pignoramento (4465 nel Lazio, 1865 nella capitale), il quadro è più che fosco. Una parte grande e crescente di popolazione non ce la fa più a pagare affitti e mutui irraggiungibili, ad arrivare alla fine del mese, rischiando di finire da un momento all’altro in mezzo ad una strada. Eppure non si investe più un soldo nell’edilizia residenziale pubblica e si continua a filosofeggiare intorno all’housing sociale a proposte edilizie regionali che servono solo a garantire gli interessi dei soliti noti. La
“sensazione” è che si voglia approfondire talmente l’emergenza da poter giustificare ogni scempio immobiliare e una nuova forte cementificazione; trasmettere l’illusione che sia l’edilizia ed il cemento privato a poter rimettere in moto l’economia ed allo stesso tempo dare risposte a chi vive il
problema della casa.
 Anche l’ottava commissione della camera che ieri ha approvato all’unanimità una risoluzione sul tema in oggetto, fa un passo indietro sulla moratoria, perfettamente in linea con i voleri del governo Berlusconi. È chiaro che il partito dei costruttori è sempre più padrone della scena e si sta organizzando per lanciare attraverso le nuove leggi regionali (Lazio in Testa), la nuova corsa all’oro delle risorse delle nostre città e dei nostri territori.
Contro queste Cricche non si può mollare. Non adesso. Rilanciamo da subito la necessità di una moratoria su sfratti e sgomberi, insolvenze e pignoramenti, vendite a terzi degli alloggi in dismissione e/o cartolarizzati. La proposta di un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.

Come movimenti e come sindacati di base degli inquilini rigettiamo ancora una volta le manovre di chi vuole lasciare tutti e tutte, senza diritti e garanzie, completamente in balìa di un libero mercato sempre più drogato e imbarbarito. Ci sono migliaia di alloggi vuoti, di aree ed edifici da recuperare a partire dalle
caserme e dalle aree demaniali, di strutture da che possono essere riutilizzate per realizzare servizi e case popolari. Fermiamo la corsa al consumo di suolo, difendiamo i nostri territori ed allo stesso tempo torniamo ad investire sulla casa come diritto e come bene comune.

  

14 dicembre, appuntamento ore 10.30 al colosseo

Vietata piazza Montecitorio per la manifestazione del 14: assedieremo comunque i Palazzi del Potere

Pochi minuti fa la questura ci ha comunicato il divieto di manifestare a Piazza Montecitorio, che era stata chiesta da “uniti contro la crisi” per tenere una grande assemblea popolare che portasse la sfiducia dal basso a Berlusconi.
La questura nel motivare il divieto precisa che ” in relazione all’attuale situazione politica si rende necessario garantire il regolare svolgimento delle attività parlamentare” e “predisporre misure di ordine e sicurezza pubblica a tutela dei palazzi Istituzionali”.
Si tratta di una inaccettabile inversione delle priorità. In un Paese Normale si dovrebbe tutelare il diritto di manifestare il dissenso e la rabbia verso il Governo e le sue politiche di distruzione del Welfare, invece che favorire l’isolamento dei palazzi del potere, rendendoli ancora più distanti dalla società.
Senza contare che “all’attuale situazione politica” a cui si riferisce il divieto altro non è che le liti personali, la compravendita di parlamentari, le cricche e la corruzione messa in campo da una destra pericolosa che riserva tagli e lacrime per studenti, lavoratori e cittadini e privilegi per se stessa.
Questo divieto segue all’annuncio di ieri che il voto alla camera è stato anticipato entro le 13.30.
Tutto questo è la prova che il governo ha paura della società.
Noi non ci fermiamo e martedì, come ci eravamo detti, assedieremo i palazzi del potere e concluderemo la manifestazione con una grande assemblea popolare in cui in tanti, studenti, lavoratori, senza casa, movimenti per la difesa dei beni comuni, migranti daranno la loro sfiducia dal basso al Governo e al palazzo e si confronteranno su una idea di società fondata su diritti sociali e beni comuni.
Per questo diamo appuntamento a tutti a piazza del colosseo alle ore 10.30, in tempo per portare la nostra sfiducia prima del voto.

il 14 dicembre tutti a montecitorio

Uniti contro la crisi lancia una mobilitazione generale a Roma davanti a Montecitorio per il 14 dicembre, giorno nel quale sarà votata la fiducia al Governo Berlusconi – Rivolgiamo un appello a tutte le realtà sociali che si stanno mobilitando contro la gravissima situazione provocata dalle politiche governative che con la scusa della crisi stanno distruggendo diritti e territorio. Il 14 dicembre deve essere un giorno in cui la parola passi alle migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici cassaintegrati e licenziati, agli studenti, ricercatori ed insegnanti che subiscono i tagli della Gelmini, alle popolazioni della Campania sommerse dai rifiuti e agli alluvionati del nord sommersi dalle cementificazioni che provocano i disastri.

A parlare devono essere i cittadini aquilani, che sulla loro pelle stanno pagando le scelte di potere che speculano perfino sulle tragedie, i migranti truffati dalle finte sanatorie e ridotti a schiavi pronti da essere sfruttati, gli operai Fiat di Melfi e Pomigliano che si vedono imporre contratti capestro che distruggono qualsiasi diritto, anche quello ad una vita dignitosa. Devono avere voce in quel giorno, sotto i Palazzi di una politica sempre più distante dalla vita reale, le tante forme della precarietà, che attraverso il collegato lavoro e le manovre del ministro Sacconi, dovrebbe essere l’unico triste orizzonte di milioni di persone.

A Montecitorio deve sentirsi chiara la voce di quella parte del paese che non ha diritto alle liquidazioni milionarie dei banchieri, che subisce i tagli del ministro Tremonti, perfetto esecutore delle decisioni di un’Europa che vuole far pagare la crisi a chi lavora e premiare chi vive di rendita e speculazione. In questo paese è tempo di dire basta all’impunità dei potenti, che con le loro cricche di affaristi hanno un’unico obiettivo: arricchirsi. Il 14 dicembre deve diventare il giorno della democrazia vera, quella costruita e difesa dai cittadini e non il simulacro con il quale il governo copre e giustifica l’ingiustizia.

Il 14 dicembre facciamo appello anche a tutto il mondo della cultura, della musica, del cinema, del teatro, dell’arte, colpito dai tagli di Bondi che oltre a tesori inestimabili rischiano di far crollare la vita di centinaia di migliaia di persone che vi lavorano.

Invitiamo sotto a Montecitorio coloro che lavorano nel mondo dell’informazione, costantemente minacciati dall’arroganza di Berlusconi, invitiamo coloro che lottano per il diritto alla casa, costretti a vivere per strada mentre chi governa ha perso il conto delle sue proprietà. E’ il tempo dunque che questa italia si faccia sentire, tutta insieme, unita, per dire che il governo Berlusconi non ha nessuna fiducia e deve dimettersi! La caduta dell’esecutivo deve significare anche la caduta di tutte le leggi ingiuste, che privatizzano i beni comuni come l’acqua o che tagliano le risorse da destinare alla società per dirottarle sulle spese di guerra o per grandi opere inutili e dannose.

Il 14 dicembre piazza di Montecitorio toglierà la fiducia, nei fatti e al di là di qualsiasi possibile accordo di palazzo, alle politiche dell’austerity, perchè la crisi devono pagarla coloro che l’hanno provocata, e questo ad esempio tassando le loro rendite finanziarie miliardarie, a favore delle politiche sociali e in difesa di chi lavora e produce ricchezza.

Mobilitiamoci tutti, uniti contro la crisi che vogliono farci pagare, uniti perchè in crisi vada il governo e le sue politiche!

14 dicembre tutti a Montecitorio!

assedio alla regione lazio

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