torna il carnevale antirazzista dell’XI municipio!

CARNEVALE ANTIRAZZISTA DELL’XI MUNICIPIO
Cene, laboratori, e una nuova storia che diventerà una grande festa di carnevale il 5 marzo!

Il popolo delle terre del nord e il popolo del deserto del sud, dopo essere diventati amici durante il carnevale antirazzista dell’anno scorso, affrontano un nuovo nemico: gli uomini grigi che vogliono rubare l’acqua del nostro pianeta per venderla.

Come l’anno scorso abbiamo scritto una fiaba, che racconteremo ai bambini (e ai grandi) in una serie di laboratori in ludoteche, doposcuola, occupazioni, scuole elementari ecc.. del municipio XI.

Durante i laboratori (che sono aperti a chiunque voglia parteciparvi o dare una mano!) insegneremo una nuova danza da far fare ai nostri dragoni (restaurati per l’occasione) e costruiremo ciò che sarà necessario affinchè, anche quest’anno, il carnevale sia il più possibile aderente alla fiaba.

I due cortei in maschera si incontreranno al centro della terra (largo Delle Sette Chiese n.d.r.) dopo essere partiti da Casal de Merode e dal Casale dell’Utopia. Poi, dopo aver sconfitto (speriamo) il nemico, proseguiranno uniti verso piazza Sauli dove la festa continuerà fino a sera con spettacoli, concerti, falò..

Il carnevale è totalmente autofinanziato: ci saranno una serie di cene (e un pranzo) partecipando alle quali sarà possibile contribuire alle spese.

I CORTEI SARANNO IL 5 MARZO alle ore 14:00!

NON MANCATE!

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CENE E PRANZO

6 Febbraio (20:30) – Cena alla Casetta Rossa, Via Magnaghi 14

16 Febbraio (20:30) – Cena al LOA Acrobax, Via della Vasca Navale 6

25 Febbraio (20:30) – Cena con Luoghi Comuni Garbatella, Via Ostiense 152/b

27 Febbraio (13:30) – Pranzo al arpij – Il Tetto, Lungotevere Dante

LABORATORI

19 Febbraio (15:30) – Casale de Merode, Via Casal de Merode 6/b

20 Febbraio (10:00) – Casetta Rossa, Via Magnaghi 14

24 febbraio (16:30) – Ludoteca, Via G.Imperatore 75

25 Febbraio (16:30) – Il Tetto, Lungotevere Dante

26 Febbraio (16:30) – Casale de Merode, Via Casal de Merode 6/b

CORTEI IN MASCHERA

5 marzo, (14:00) da Casale de Merode – Tormarancia-

5 marzo, (14:00) da Casale dell’Utopia – S.Paolo-

SERATE CARNEVALESCHE

5 marzo al CSOA La Strada – serata trash ’60/’70/’80/’90

5 marzo al LOA Acrobax – reggae circus

LA FIABA DI QUEST’ANNO

La grande festa è alle porte!

Come ogni anno il popolo delle montagne e il popolo del deserto si stanno preparando per rivedersi al centro della terra, in ricordo del giorno in cui si conobbero, guidati dal Serpente Piumato e dal Dragone Giallo.

I preparativi fervono sulle lontanissime montagne del nord. I luccicanti fiori di ghiaccio sbocciano rigogliosi, e il Serpente Piumato riposa pacifico sul fondo del Grande Lago Azzurro.

Con l’acqua del lago i pasticceri preparano i famosissimi gelati delle montagne da donare ai loro amici del popolo del deserto; le donne intessono di rugiada e lapislazzuli la lana degli yak blu per preparare i tradizionali vestiti della festa; e gli artigiani modellano le loro preziose statuette di ghiaccio.

Ma l’acqua del lago non serve solo in questa occasione. Viene utilizzata dal popolo per cucinare, lavarsi, e si dice addirittura che per fare il bucato non vi sia bisogno di alcun sapone. Berla è un tale piacere che la gente addirittura brinda prima di portarla alle labbra, e qualsiasi cibo viene cucinato con quell’acqua ha un sapore dolcissimo.

È un’acqua purissima, fredda e trasparente: così pura che per scaldarsi le basta un soffio.

Anche dall’altra parte del mondo, nel Lontano Deserto del Sud, non si sta con le mani in mano.

Il Dragone Giallo sorvola sereno il suo popolo, aiutandolo ad attingere la preziosa acqua dai profondissimi pozzi. L’acqua in quell’arida terra è di vitale importanza, infatti permette agli abitanti del deserto di innaffiare i campi e gli orti; dissetare gli animali; e, soprattutto, coltivare lo splendido fiore da cui si ricava lo squisito succo di Rajadal, che avrebbero offerto in dono al popolo delle Montagne una volta incontratisi.

Quest’acqua ha un dono magico: ne bastano poche gocce per far fiorire il deserto di ogni tipo di frutta e verdura; e forse è per questo che le statuette d’argilla preparate dagli artigiani del sud hanno quel colore brillante che le rende così preziose.

Ma un brutto mattino, proprio alla vigilia della festa, i due popoli, svegliandosi al primo canto del gallo, non trovano acqua per sciacquarsi via il sonno dagli occhi, né per bere il primo bicchiere della mattina, né per farsi il caffè.

“Chi sarà stato mai?”, chiede un bambino del popolo delle montagne guardando i ciottoli sul fondo del lago prosciugato.

“Chi può averci portato via l’acqua?”, domanda una bimba del deserto, prendendo in mano un fiore di Rajadal ormai secco.

Subito, come un’ombra, su tutti cala il ricordo del viaggiatore di tanti anni prima, che aveva portato discordia e scompiglio nella pacifica vita di quelle genti.

Si rivolgono allora ai loro magici animali, che già una volta li avevano salvati nel momento del pericolo, ma il drago e il serpente già volteggiano nei cieli, determinati a incontrarsi al centro della terra.

E tutti, fidandosi ancora una volta, si preparano a seguirli.

Durante i primi giorni di marcia, si arrovellano il cervello per cavar fuori un po’ d’acqua da qualche parte: chi strizza le melanzane, chi cerca sotto le pietre, chi mette da parte, in piccole bottigliette, il sudore della propria fronte.

All’alba del terzo giorno, però, l’inaspettato accade.

Si presentano ai due popoli degli uomini vestiti di grigio, dalla carnagione smunta, gli occhi lucidi e la bocca stretta e dritta come una linea.

Come prima cosa, questi individui si informano premurosamente su cosa fosse successo, fingendosi dispiaciuti nell’ascoltare i racconti sull’acqua scomparsa. A questo punto però, con finta sorpresa per la coincidenza, gli uomini grigi esclamano che proprio loro hanno la soluzione al problema! Infatti portano con sé delle valigette riempite di strani cubi trasparenti. Ogni cubo ha il magico potere di trasformarsi, goccia dopo goccia, proprio in quell’acqua che sembrava essere sparita per sempre.

Con finta umiltà, gli uomini grigi chiedono in cambio di ogni cubo, un piccolo pagamento. Poca cosa, dicono, perché non vogliono gravare sulla già disperata situazione.

Qualcuno prova a dire che fino a pochi giorni prima l’acqua era abbondante e gratuita per tutti, ma l’urgenza è troppa, e così le persone accettano ben volentieri la proposta degli uomini grigi e cominciano a dare in cambio dei cubi quello che possono. Chi qualche fiore di Rajadal, chi una statuetta che aveva promesso all’amico dell’altro popolo, chi una collana di rugiada, chi un vecchio ricordo di famiglia.

Mano a mano che prendono i pegni, gli uomini grigi cominciano a gonfiarsi ed ingrassare in modo inquietante. Sui loro corpi spuntano delle protuberanze, i visi gli si arrotondano come lune piene, e le bocche si tirano in sorrisi beffardi.

Il Dragone Giallo e il Serpente Piumato, dall’alto, osservano silenziosi la scena, proseguendo a guidare le rispettive popolazioni verso il centro della terra.

Gli uomini grigi, presi dalla smania di potere, continuano a fare trattative e a commerciare i cubi d’acqua solida, senza accorgersi che i due cortei stanno convergendo pericolosamente proprio verso il loro covo.

Arrivati nel luogo d’incontro, i due popoli si trovano di fronte una montagna di cubi d’acqua e una miriade di uomini grigi indaffarati a caricare, scaricare, vendere, accatastare, un vero e proprio mercato dell’acqua, insomma!

Il Serpente Piumato e il Dragone Giallo, finalmente insieme, iniziano una danza di guerra, puntando proprio alla montagna d’acqua solida, mentre gli uomini grigi, presi di sorpresa, si compattano a difesa del loro bottino.

A questo punto, osservando la scena, il popolo del deserto e il popolo delle montagne, come risvegliandosi da un brutto sogno, capiscono di essere stati imbrogliati: quella è proprio la loro acqua! Gli uomini grigi gliel’hanno rubata, solidificandola, e ora provano a rivendergliela con l’inganno.

Allora i popoli, seguendo l’esempio dei loro animali guida, ancora una volta si uniscono per sconfiggere i malvagi.

Gli uomini grigi, che sono furbi, ma non brillano sicuramente per coraggio, capendo che la situazione per loro si mette male, iniziano a fuggire in ogni direzione, cercando di salvarsi.

Non appena l’ultimo di loro scompare all’orizzonte, ecco che, come per magia, l’acqua torna a scorrere e la montagna si trasforma in un lago meraviglioso che, scorrendo in ogni direzione, irriga e fa fiorire l’intero mondo.

La festa fu due volte più grande, i popoli danzarono e ballarono per un giorno e una notte, rinnovando promesse d’amicizia reciproca e di pace duratura.

Ancora oggi il lago al centro della terra dona acqua a tutti e nessun uomo grigio ha più provato a importunare la gente del deserto o quella della montagna… anche se, ci potete giurare, sono sicuramente a fare danni da qualche altra parte.